Il Centro Pannunzio a Roma
di Anna Filippi
Roma è stata, dopo Lucca, la città pannunziana per antonomasia dove Pannunzio è cresciuto ed ha svolto tutta la sua attività.
Mario Soldati ha sostenuto, non senza argomenti, che la città più pannunziana sia diventata comunque Torino proprio perchè a Torino nacque il Centro “Pannunzio” e la prima via dedicata a Pannunzio venne inaugurata tanti anni prima che a Roma o a Lucca, città in cui Pannunzio nacque nel 1910.
A Roma è sempre esistita una forte sezione del Centro “Pannunzio”, fin da quando in via di Ripetta Arrigo Olivetti convocò gli amici Ugo La Malfa, Nicolò Carandini, Franco Libonati, Leone Cattani, Nina Ruffini, Lily Marx e Francesco Compagna, Vittoria Gorresio e i fratelli De Feo, per iniziare l’attività del Centro “Pannunzio”. La vedova di Carandini, Elena Albertini, fece della sua bella casa vicino al Quirinale un punto di ritrovo di pannunziani come Ronchey, Man e tanti altri giornalisti che vivevano a Roma. Ma va ricordata soprattutto l'attività appassionata svolta dalla vedova di Mario, Mary che donò l’archivio e la biblioteca di Pannunzio alla sede centrale del “Pannunzio”. La vedova di Pannunzio come anche la contessa Carandini, finchè vissero sostennero il Centro anche economicamente.
Con la signora Pannunzio Quaglieni stabilì subito, auspice Olivetti, dei rapporti cordiali di amicizia che crebbero nel corso degli anni. Il primo presidente del gruppo fu Nicola Adelfi.
Nel 2010 un piccolo tentativo, pilotato da alcuni ambienti massonici e finiani, interessati ad appropriarsi della tradizione pannunziana che è a loro del tutto estranea, portò a qualche trambusto proprio nell’anno del Centenario di Pannunzio.
Se è vero che Quaglieni tenne sempre i rapporti con la sezione romana, dove si recò spesso anche presso le biblioteche di Camera e Senato a presentare libri o gli “Annali” del Centro “Pannunzio”, è altrettanto vero che nel 2010 ebbe il coraggio di affrontare a viso aperto e con grande energia una situazione difficile come quella che si era andata creando, trovando aiuto in Marco Pannella e in tanti amici radicali come Martini e Vecellio. Decise immediatamente di commissariare la sezione romana, affidandola ad una giovane socia. Furono soprattutto persone come Mirella Serri a dare un contributo determinante e furono molti giovani i veri protagonisti della rinascita della sezione del Centro “Pannunzio” a Roma che subito si riebbe dalla fuoriuscita di alcuni signori che si rivelarono davvero indegni di una tradizione a cui si dicevano solo a parole molti legati. Anche ambienti ministeriali di quegli anni erano palesemente ostili al Centro “Pannunzio” per il Comitato Nazionale Pannunzio che nel giugno del 2010 Quaglieni, con lettera al Ministro dei Beni Culturali, mandò a gambe all’aria, rinunciando ai 230 mila euro stanziati. Fatto unico in Italia, mai visto né prima né dopo.
Oggi quei momenti sono stati ampiamente superati e gli amici si ritrovano da “Armando al Pantheon” che hanno eletto a luogo in cui riunirsi. È stato il coraggio di Quaglieni che affrontò i dissidenti, quattro gatti, ma in compenso rumorosi, rancorosi ed ambiziosi, senza eccessiva diplomazia, impedendo che si impossessassero della sezione che oggi finalmente è una associazione democratica in cui i notabili non possono più decidere loro per tutti, con la scusa che avevano scritto qualche articoletto sul “Mondo” di Pannunzio.